Ciao Cecilia

Ieri un’amica ci ha lasciato dopo una lunga malattia. Se ne è andata ascoltando la musica che preferiva circondata dall’affetto che meritava. Era speciale per molti motivi, caratteriali e umani, ma era soprattutto una grande fan di Bruce. Una con cui era bello conversare per ore della passione comune ma mai in maniera banale. Una che se poteva fare qualche pazzia per soddisfare la sua passione la faceva. Per questo voglio ricordarla ripubblicando un suo scritto del 2003 quando conobbe Bruce a bordo piscina in un pomeriggio di mezz’estate. Voglio ricordarla felice come allora. Ciao Cecilia.

Sogno di un pomeriggio di mezz’estate
di Cecilia Gadda

Un sogno è proprio quello ho vissuto venerdì pomeriggio 27/06 , con un’ouverture di ampio respiro giovedì sera. Artefice e regista dell’opera in due atti, un caro amico, grazie al quale, ho potuto muovermi con una certa libertà all’interno di Villa D’Este a Cernobbio (CO).

Già da martedì sera, vengo a sapere che Bruce è arrivato….mi dice Roberto: “è qui, stamattina si è avvicinato a mia figlia chiedendole cosa stesse leggendo” (la figlia fa la babysitter per i figli degli ospiti). Io da circa due anni vivo molto vicino a questa sorta di fortezza di lusso e il solo pensiero che LUI stia placidamente riposando a pochi metri da me, fa aumentare notevolmente il mio battito cardiaco. 

Presa dalla foga, mi accordo con Roberto per provare ad entrare il giorno successivo. Sennonché il mattino dopo, con un po’ più di lucidità, realizzo che quella sera Bruce suona a Vienna, quindi “l’incursione” viene rimandata al giorno dopo. Gli chiedo di cercare di  avere qualche informazione più precisa, ma non è possibile. Il tutto viene lasciato nelle mani della buona sorte o nelle mani di qualche usciere che potrebbe farsi messaggero di letterina, librettino e set list di Firenze da autografare. Ho quindi tempo di passare da mio fratello, colpevole della mia febbre springsteeniana, e chiedere a mia nipotina Angela di 4 anni di fare un disegno per Bruce “quello che canta Sunny Day”. Lei, prontamente, esegue e lo dedica “FOR BRUCE” (dietro nostra indicazione, non esageriamo!).

E’ giovedì sera, si parte. A Villa d’Este, non ero mai stata. E’ un luogo che profuma di favola appena si varcano le doppie transenne; subito se ne percepisce l’atmosfera elegante, silenziosa e ovattata. In più la luce del tardo pomeriggio corona di nobiltà questo luogo incantevole. Ammetto di essere intimorita dall’ambiente stesso.

Ci dirigiamo nei pressi della piscina e Roberto chiede, con grande naturalezza, a bagnini e camerieri notizie di Springsteen: ”sì.. è stato qui tutto il pomeriggio, lui e la band (che poi si scopriranno essere solo Roy e Nils), ma adesso sono andati via, non sappiamo”. ”Abbiamo chiesto se dovevamo preparare il tavolo per la cena, ma i signori hanno detto di no “ ci risponde un gentilissimo cameriere in livrea bianca.

La sensazione immediata è un misto di delusione e, confesso, sollievo perché l’emozione è così tanta che  temo per il mio cuoricino.

Che fare? Scenderanno, non scenderanno, forse, ma ormai siamo qui, decidiamo di starci per un po’. Proviamo ad entrare nella hall, mentre mi guardo intorno si apre uno degli ascensori e mi trovo davanti Roy Bittan; solo l’istinto di sopravvivenza mi ha impedito di svenire. Lo seguo furtivamente,  e mi avvicino chiedendo molto gentilmente un autografo, che mi viene concesso con gentilezza ancora maggiore; chiedendo il mio nome, mi dedica il libro di Antonella D’Amore. Gli chiedo se ci saranno anche domani, temendo una secca riposta, invece mi risponde con un naturale “sì”; dopo averlo salutato con un “arrivederci a sabato”, LUI, dico LUI, dice a me: “Nice to meet you!”…

Me ne sono andata solo perché l’emozione mi ha impedito di rimanere, altrimenti lo avrei potuto fare tranquillamente…

Non faccio in tempo a riprendermi che spunta Nils, già notoriamente piccolo di statura, indossa un abito di tre taglie più grandi che lo rende effettivamente un po’ ridicolo; già ad un primo  incrocio di sguardi, intuisco che mi ha riconosciuta come fan e si allontana immediatamente, ma non mi lascio certo scoraggiare e mi avvicino comunque. Mi concede un autografo e mi chiede se ci sarò sabato e accanto alla firma, scrive : Believe! Non sapendo se potrò incrociare Bruce,  gli chiedo se posso lasciargli una lettera, ma con un tono decisamente infastidito, mi dice di mandarla al management o alla Sony. Sì va beh, non mi interessa… ci congediamo.

A questo punto decido di aspettare ancora, Roberto deve sbrigare alcune cose e mi lascia in compagnia dei motoscafisti dell’albergo, con i quali scambio amichevolmente quattro chiacchiere. Nel frattempo i signori ospiti scendono per l’aperitivo, al suono di una languida tastiera da piano bar. Penso che in quel contesto un classico pianoforte, sarebbe stato molto più elegante. Ecco che riappaiono Roy , Nils e relative signore, si dirigono verso un motoscafo che li porterà verso l’isola Comacina.

Mi accorgo che la mia presenza, comincia a destare qualche sospetto, quindi dopo aver rintracciato Roberto, decidiamo di andare, senza pero’ esserci accordati per una nuova spedizione, ma questa volta programmata per l’intero pomeriggio del giorno successivo.

Venerdì ore 13.00. Parto armata di tutto il necessario, creme solari, libro e rivista, per trascorrere un pomeriggio in piscina a Villa d’Este. Stessa scena del giorno precedente, interpelliamo bagnini e camerieri: “mah… è stato qui fino a alle 12.00, adesso non sappiamo..”. Dannazione ma non è possibile! In quel momento mi chiama mio fratello, e un po’ sconsolata gli ripeto: “mi sfugge, mi sfugge”. Penso tra me e me: ”Ceci, sarebbe stato troppo bello, è chiaro non può succedere”. Comunque non demordo e decido di investire comunque 55 euro per un bagno in piscina (questo è il prezzo richiesto per poter usufruire della piscina). Beh se non vedo Bruce, tutt’al  più mi passo un pomeriggio indiscutibilmente insolito; ricevo infatti un messaggio di Gianluca, che morso dalla curiosità  mi scrive: “Bella  la piscina?“. “Sì, ma il bello non si vede” rispondo io, un po’ laconica.

Il tempo scorre, il caldo aumenta e la testa comincia a girare per la fame. L’emozione mi ha chiuso lo stomaco e per pranzo sono riuscita solo a bere una spremuta d’arancio. Dopo una nuotata insieme, Roberto mi deve lasciare; ma ormai comincio ad ambientarmi e mi rilasso un pochino, decido di lasciare la mia postazione per andare a recuperare qualcosa da mangiare al tennis,  dove scambio qualche battuta con la ragazza che si occupa dei campi e del materiale. Scopro che è anche lei una fan, non proprio come noi: come si fa, a non venire a San Siro! Mi racconta di alcuni aneddoti e incontri con Bruce, esemplari della proverbiale cortesia del nostro.

Conquisto una speranza, infatti le lascio il mio numero di cellulare, perché questa ragazza (non le ho nemmeno chiesto il nome) è d’accordo di farsi chiamare dalla collega addetta alla reception della palestra, nel caso Bruce arrivi; la palestra è infatti uno dei luoghi dell’albergo da lui frequentati quotidianamente.

La ragazza del tennis, non mi chiamerà mai, perché Bruce non andrà in palestra, ma starà in piscina tutto il pomeriggio.

Scendo mi siedo all’ombra del platano di fronte alla piscina, e scorgo una schiena possente e un cappellino rossiccio e molto sbiadito. Sì!!!…È LUI…..non ho dubbi!!!

Con molta non disinvoltura e sangue freddo mi dirigo in piscina. Mi sistemo sul lettino e mi distendo a prendere il sole, attendo il momento buono per avvicinarmi. Mi sono sentita un po’ paparazzo, ma non potevo fare altro. Lui è in compagnia di Roy, Nils, relative signore e altre persone. Si intuisce che l’atmosfera è molto tranquilla e rilassata, non è quindi certo il caso di mettersi a fare i cacciatori di autografi o peggio ancora, spacciarsi per giornalisti dell’ultima ora con domande ridicole. Decido quindi di attendere un momento migliore; nel frattempo mi godo Bruce che nuota. Ancora adesso mentre scrivo, stento a crederci e riassaporo la sensazione di vivere un sogno. Mi basta osservarlo, così come fanno gli innamorati; poi esce dalla piscina e  accanto c’è colui che ritengo essere la sua guardia del corpo. Si fermano per alcuni istanti a bordo piscina. OK! VADO! o adesso o mai più!  Sempre con molta naturalezza, mi avvicino, temendo che il bodyguard mi allontani, ma questo non succede. Chiedo se posso avere un autografo e Bruce annuisce con la sua nota risata. Io mi scuso perché è chiaramente inzuppato, gli faccio firmare il libro di Antonella D’Amore e gli chiedo se lo conosce. Legge il titolo, ma mi dice di no, allora gli spiego velocemente di cosa si tratta. Gli faccio firmare anche il libretto di Darkness sul quale avevo apposto il post-it con il nome di mio fratello e senza chiedermi nulla lo dedica, gli porgo la set list autografa di Firenze, lasciatami da Gianluca. Improvvisamente il vuoto, non mi viene il termine setlist e lui mi aiuta semplicemente dicendomi: ”sì, sì la conosco…”. Gli dico due parole su cosa fa Gianluca ed infine gli mostro il disegno di Angela, mi scuso per l’apparente mancanza di senso (mia nipotina ha voluto a tutti i costi disegnare una lumaca, probabile protagonista della favola del momento), ma in fondo i bambini li conosce bene anche lui, gli spiego e non chiedo nulla, lo guarda, sorride e decide di tenerselo!!!  “oh ok, I’ll keep it..”

Lo ringrazio con un discorsetto che adesso mi suona un po’ patetico, lo ringrazio per la musica, per le emozioni e lo prego di rimanere sempre cosi’, noi non lo lasceremo mai. Non sono una fan colta, cosa potevo dirgli: solo quello che mi ha suggerito il cuore.

Ormai il ghiaccio è rotto, azzardo e gli chiedo se posso fare una foto, ma comprensibilmente,  mi risponde di no (in costume da bagno e fradicio!). “Ok, no problem”. Grande stretta di mano, ci congediamo e mi risistemo sul mio lettino.

Non so come sono riuscita a digitare il numero per chiamare Gianluca (o mio fratello per primo? non ricordo), visto lo stato di tremolio della mia mano, e raccontare l’evento. Subito dopo, mando un messaggio a Roberto: “ce l’ho fatta!”. Mi risponde: “Tra 30 min ca. sono lì”. ”Sì, così mi aiuti a fare qualche foto”. Infatti ho capito benissimo che il no di Bruce era motivato dalla circostanza particolare, farsi fotografare in costume da bagno da una fan qualunque non è proprio da re del r’n’r.

Passa del tempo e continuo ad osservarlo, mentre chiacchiera, gioca coi bambini che sono in piscina. Insomma mi godo un vero e proprio spettacolo!!!

Se solo potessi farlo vedere com’era, così bimbo, semplice e giocoso, davvero spero che le mie parole possono in qualche modo trasmettere le mie sensazioni.

Mentre aspetto Roberto, scatto foto da vero paparazzo. Di sbieco tra i lettini, cercando di non farmi notare, con la paura di essere notata dal  bodyguard. Decido che è preferibile imprimere nella mia memoria queste immagini, piuttosto che rischiare di indisporre Bruce.

Capisco che il nostro, in piscina,  ha tutte le intenzioni di starci parecchio tempo, quindi mi faccio un giretto nel parco per sciogliere un po’ la tensione; al ritorno trovo Roberto estasiato ad osservare una rockstar, sollazzarsi in piscina con gli altri ospiti.

Bruce decide di raggiungere una ragazza con lo quale aveva già ampiamente conversato a bordo piscina, nello spazio Jacuzzi. I miei neuroni femminili, già elaborano pensieri di invidia e gelosia, ma chi sarà mai questa fortunella! Non mi dire che anche Bruce tacchina, no non può essere. Roberto, mi incita a raggiungerlo. Cosa!?!? Non ci penso proprio! Mi sento stretta nella morsa dell’imbarazzo. La presenza di altre persone mi incoraggia ad andare. Mentre scendo gli scalini Bruce mi guarda e mi invita: “c’me on darling!” Nemmeno il mio mondo onirico avevo osato tanto! ”c’me on sit here!” e mi invita a sedermi accanto a lui. Chiunque ama Bruce può capire lo stato di felicità pura che ho vissuto in quegli istanti. Poi invita anche Roberto che scambia per mio marito (!), e chiunque passasse di lì: “c’me on we make it going!”. Provate solo ad immaginare se qualcuno avesse avuto una chitarra a portata di mano, cosa sarebbe potuto succedere!

A questo punto la conversazione è iniziata , interrotta da risa e battute in slang americano col personal trainer. Mi ha chiesto che concerti avevo visto, gli ho raccontato l’epopea di Bologna, la conquista dei biglietti,  la coda in autostrada e lui scuoteva la testa. Mi ha chiesto di dov’ero. ”You don’t look like an italian”, osservazione che mi fanno tutti e l’imbarazzo è quasi completamente superato, anche grazie alla presenza della famosa ragazza che scopro essere italiana ed essere anche una fan molto speciale. Nel frattempo passa Patti, che lo chiama da lontano perché c’è qualcosa da mangiare, ma lui non le dà molto retta e continua a stare con noi nella Jacuzzi. Gli chiedo di “Happy”, questa “canzoncina” che mi ha fatto innamorare. “No, we never did that live”, con commento del personal trainer: “sì a tanti piace, andrebbe fatta…” e qui, sento pesare sulle spalle la valanga di suggerimenti su quello che potevo chiedere e che non ho chiesto. Ma una cosa era molto chiara, Bruce aveva voglia di chiacchierare di tutto, tranne che di sentirsi fare domande sul suo lavoro.

A questo proposito, ho trovato pero’ stupefacente quello che è successo dopo.

Piccola premessa, la clientela di Villa D’Este è composta per l’80% da miliardari americani, abituati ad andare a parties con vip di tutti i generi, quindi, il fatto che il Boss fosse a loro disposizione, non li scomponeva più di tanto.

Ho osservato Bruce avvicinarsi spontaneamente alle persone in questione, mettersi a raccontare del tour e del concerto di Milano. Bruce Springsteen che si autopromuoveva! Ecco il messaggio che ha passato a tutti: “venite allo show domani? Dovete venire! vedrete qualcosa che non avete mai visto! Suoneremo nello stadio dove abbiamo suonato nel 1985, 18 anni fa. I fans italiani, i migliori in assoluto! Negli States, non vedrete mai niente di simile”

L’umiltà e la semplicità con cui parlava di tutto questo, mi rendono ancora incredula… come se nessuno sapesse chi fosse!

Penso che non servano altre parole di commento!

E cosi’ via, Bruce passa in rassegna praticamente tutti gli ospiti della piscina, mentre io e l’altra fan speciale, continuiamo e conversare. Tra una battuta e l’altra deduco, avendone poi conferma, essere Simona, la sorella del famoso Francesco a cui Bruce ha dedicato “Missing” al concerto di Bologna: sono assolutamente senza parole! Ormai ho la certezza che oggi è davvero una giornata speciale, capisco che questa giornata non si chiuderà con il calare del sole, ma che qualcosa di più grande sta per iniziare.

Poi Roberto chiama Bruce che passeggia a bordo piscina, cosi’ come chiami un amico, e come un amico semplicemente risponde e accetta di sedersi con noi, lasciandosi scattare alcune foto in compagnia. A un certo punto, non ricordo il dettaglio, se io o addirittura lui, parlando del fatto che Roberto era incerto se venire o meno al concerto, Bruce rifà la scena della self-promotion dello show e MI dice questa frase che non dimenticherò mai:  “I’LL GET YOUR HAIR ON FIRE!” Ovvero ”Ti infiammerò i capelli”, il buon Portelli non me ne voglia per questa traduzione.  

Bruce si alza e se ne va di nuovo, insomma era abbastanza irrequieto, stava un po’ qui , un po’ là, un po’ con gli uni, un po’ con gli altri. Io raggiungo Roberto che nel frattempo ha raggiunto altre persone che erano con Bruce. Bruce mi guarda e mi dice: “you, fan number one, come here!”. Ci abbracciamo come due vecchi amici e spontaneamente gli do un  bacio sul basettone ormai grigio. So cosa state pensando: malignate pure, tanto le cose sono andate proprio così!

Ormai l’atmosfera è più che rilassata, chiamo mio fratello per raccontargli tutto quello che sta succedendo e mi viene un’idea: mi avvicino a Bruce e gli passo il telefono chiedendogli di salutare mio fratello; con naturalezza prende il telefono e lo saluta: “Hello brother!”. La scena è comicissima, perché mio fratello non sa una parola di inglese e non si capacitava di avere al telefono il Boss che gli dice: “Siamo in piscina! Vieni al concerto a Milano? Ok, allora ci vediamo là!” e si butta in piscina….

Ormai la luce calda del tramonto, mi fa capire che farò sicuramente tardi alla pizzata organizzata con Gianluca e gli scrivo: “non so se faccio in tempo a venire, sono ancora con lui”. ”Stai scherzando?” No, non sto scherzando!

Mentre continuo a conversare con Simona, osservo un’altra curiosa scena, al tavolo dove Bruce si è finalmente diretto per gustarsi  un “delizioso” Cheeseburger (a Villa d’Este!?…mah, è proprio americano!). Ci sono alcune persone che intuisco essere italiane, che conversano con Bruce. C’è anche una tenerissima bimba che Patti si trastulla, immagino siano amici; a un certo punto vedo Bruce prendere la manina della bimba e canticchiarle qualcosa. Se volete saperne di più, leggete il racconto del protagonista, Fernando. Io c’ero e ho visto questa dolcissima immagine di Bruce con Chiara.

Non ho ancora osato avvicinare Patti, ma quando questi “amici” si congedano, mi dirigo verso di lei e le chiedo di firmare il libro, acconsente con un sorriso dolcissimo illuminato dai suoi occhioni cosi’ trasparenti. 

Avevo un biglietto in più per il concerto di Milano, e fino all’ultimo, ho aspettato  perché non sapevo chi eleggere a fortunato. Ho scelto di regalarlo a Roberto, il quale, si è convinto a venire, mandando a monte un impegno già fissato. A fine concerto mi ha mandato un semplice sms: “Grazie! Meraviglioso!”

Grazie Bruce, per la tua semplicità,per la gioia di questi momenti che mi accompagnerà a lungo.

Spare Parts, The Rising Tour
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