Big Man: l’autobiografia

Dopo l’edizione originale, pubblicata lo scorso autunno negli Stati Uniti e scritta in collaborazione con il giornalista Don Reno, è ora il tempo per la traduzione italiana dell’autobiografia ufficiale di Clarence Clemons. Sottotitolo italiano: “Storie vere & racconti incredibili”.

“Vi piacerebbe essere lui, ma non si può. Perché al mondo c’è un solo Clarence Big Man Clemons” (Bruce Springsteen)

Big Man racconta la sua vita dentro e fuori la E Street Band, dall’infanzia al presente, dai furgoni scassati ai jet privati, dai marciapiedi del Jersey Shore alle grandi arene di tutto il mondo. Il carismatico sassofonista ripercorre con passione e grande sense of humour le mille avventure vissute al fianco di Bruce Springsteen, svelando i segreti che circondano il mito del Boss e del suo gruppo: la realizzazione dell’epocale “Born to run”, la vera origine del nome E Street Band, il resoconto del primo incontro con Bruce “in una notte buia e tempestosa”, l’esplosivo concerto nel penitenziario di Sing Sing, lo show al Super Bowl del 2009 e tantissimi altri aneddoti, compresa una misteriosa confidenza fatta da Robert De Niro e custodita fedelmente per venticinque anni. Oltrepassando i limiti della consueta biografia musicale, “Big Man” narra “storie vere e racconti incredibili” tracciando la parabola dello straordinario percorso umano e musicale di una leggenda vivente che abbraccia quasi mezzo secolo di storia.

Nonostante la prefazione del Capo e le molte immagini, i primi commenti dei fans più incalliti sono piuttosto duri e poco benevoli nei confronti del volume. Vengono criticati soprattutto il livello narrativo e il tasso d’incredibilità di alcuni aneddotti presenti nel libro.

In un’intervista rilasciata nell’agosto 2009, Clarence parla dei suoi rapporti con Bruce e il resto della band. In questo frammento del colloquio, si parla di quando ha incontrato Springsteen e di cosa significa a suonare con lui.

Durante il tour promozionale nello scorso novembre è stato anche ospite di Jon Stewart nel suo Daily Show .

Sessant’anni può essere considerata una età adatta per fare un bilancio della propria carriera, magari con un’autobiografia come Big Man. Pare che anche Bruce abbia deciso di mettere tutta la sua vita nero su bianco. Senza fretta ma il progetto è in cantiere e parte del lavoro sarebbe già concluso. Bruce è solito tenere dei diari da quando ha cominciato a suonare. Si tratterebbe quindi di rimettere mano a quei testi e tirarne fuori quella che il New York Post ha già definito, forse con troppa enfasi: “la più grande autobiografia rock di tutti i tempi”. Economicamente sarebbe un affare notevole visto che sempre secondo il quotidiano newyorkese potrebbe incassare dalla vendita dei diritti del libro in tutto il mondo l’astronomica cifra di 10 milioni di dollari.

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