di Andrea Volpin.
C’era un tempo in cui i concerti si ‘consumavano’, è proprio il caso di dirlo, nei teatri; luoghi dove 3000/4000 persone al massimo, assiepavano ogni fila, ogni poltrona, ogni balconata, per garantirsi un posto migliore e sentirsi parte attiva dello spettacolo.
C’era un tempo in cui al Capitol Theater di Passaic, una città sita nel pieno centro del Jersey a pochi passi da New York City, andava in scena uno dei più storici concerti dell’infinita storia ‘rock’ targata Bruce Springsteen & The E-Street Band.
Dopo anni di bootlegs circolati nelle più svariate forme e dimensioni ecco che l’industria ‘concertistica’ di live.brucespringsteen.net tira fuori dal cilindro una della produzioni migliori quel particolare momento storico che corrisponde al Darkness On The Edge Of Town Tour. 19, 20 e 21 settembre del 1978 va in scena l’opera buffa del rock ‘n roll; la messa pagana per eccellenza. Sul palco loro i ragazzi del Jersey, capitanati da Padre Bruce, che suonano di fronte a tremila ragazzi del Jersey impazziti e impazienti di risentire, rivedere e riassaporare il gusto di essere amici e compagni di viaggio di quella missione.
Torna sul palco, il Boss, e subito infiamma l’ambiente. Lo dimostra questo concerto, quello del 20, quello ‘di mezzo’. Inizia con una bellissima cover di Good Rocking Tonight, canzone di Roy Brown del 1947, portata al successo da nientepopodimeno che Elvis Presley nel 1954. L’anima del Re del Rock s’impossessa di Bruce, non l’ha mai abbandonata, e tutta la rabbia, ma anche la gioia, di Badlands si riversa sul pubblico in delirio già alla seconda canzone. Sono lontano i tempi biblici dei concerti moderni, della intima confessione giornaliera che si sta consumando al Walter Kerr Theater in questi giorni e i grandi successi di The River e Born In The USA sono ancora nascosti nelle polveri ardenti del vulcano Springsteen. Qua il rock più duro, più sentito, più intimo la fa da padrone così come è un piacere sentire Steve Van Zandt accordare la sua chitarra tra un brano e l’altro o Clarence soffiare a vuoto nel suo sax per intonare la nota giusta del seguente brano. Tutto è magia, mistica e sporca, in quel periodo, tutto sommato, pionieristico.
Ascoltando il concerto si viene rapiti da quel romanticismo che contraddistingue la passione e la dedizione messa in campo da un cantante e da una band, sì lanciata verso il futuro, ma tutto sommato parte attiva di quel movimento popolare che è poi la musica; sia essa fatta sia essa ascoltata. Oggi, questo va detto, l’immensità degli stadi, dei mega palazzetti dello sport o delle varie locations dove si organizzano i grandi eventi musicali, mischiati alla perfezione raggiunta (musicale e scenografica) dalle tecniche della propagazione del suono, ha creato una sorta di filtro tra il palco e l’ascoltatore che un po’ ha affievolito questa alchimia.
C’era un tempo in cui Bruce era talmente attivo dal punto di vista creativo che ogni volta che iniziava un tour, in scaletta, metteva sul piatto un assaggio del nuovo progetto a cui stava lavorando; ed ecco, allora l’esordio, di Independence Day e Point Blank, registrate poi in The River, che accompagnano i successi dei dischi precedenti a Darkness e l’immancabile cover di It’s My Life che riassume, in questo periodo meglio che in altri, il mantra di Bruce. Tutto è magia, tutto è sogno, un qualcosa che noi non abbiamo potuto vivere per questioni di età anagrafica e che oggi ci mette un po’ di amarezza (giusta) proprio per essere arrivati nella generazione sbagliata.
Un concerto epico, un disco da acquistare per forza, da mettere nella teca insieme a storici predecessori come Live At Tower Theater ’75, Live At Winterland ’78, Live At Tempe 1980 e Live At East Rutherford 1984. Ma non è solo un qualcosa che va conservato con cura; ogni tanto, va tirato fuori e messo vicino a prodotti più ‘ moderni’ proprio per capire come Bruce, la Band e tutto il sistema musicale e narrativo che gli gira attorno sono cambiati.
C’era un tempo in cui l’élite ‘ricca’, che oggi assiepa le file del Walter Kerr Theater a Broadway, non era parte dell’universo; quel tempo era per la gente che amava il Good Rockin’ Tonight!