All Those Years: Un modo diverso per festeggiare un compleanno e dire “Grazie”

di Armando Chiechi.

Provo a mandare indietro la mia mente, riavvolgendo il nastro dei ricordi come si faceva con la punta della matita quando si voleva riordinare le vecchie C90 mangiate dallo stereo… dai ci provo!

Doveva essere il 1979 o il 1980… no no… era proprio il 1979… perché ricordo che comprai ad un prezzo proibitivo un disco triplo intitolato “No Nukes”. Cronaca vinilica di questo evento tenutosi al MSG di New York, che aveva coinvolto il gotha del Rock Americano, soprattutto della West Coast mia fissa di quei tempi, colpito dagli incidenti avvenuti nella centrale nucleare di Three Mile Island, e pronto a dar una risposta a suon di musica cercando di sensibilizzare cosi l’opinione pubblica ed il pubblico presente.

Tra tanti mostri sacri vi erano delle giovani promesse ormai divenute realtà nel nuovo panorama musicale a stelle e strisce. Tra questi un giovane biondo rocker della Florida, Tom Petty, e un esile quanto scatenatissimo ragazzo del New Jersey… tale Bruce Springsteen.

Avevo sentito parlare di costui perché a quei tempi cominciai a leggere mensilmente una rivista musicale intitolata Il Mucchio Selvaggio, richiamo al titolo di un film western di Sam Peckimpah e il più delle volte scambiata nelle edicole per un mensile equivoco, visto il nome vagamente orgiastico. Eppure sarebbe bastato aprirla per scorgere tutto un altro mondo, in un’Italietta ancora benpensante e legata alle hit innocue da classifica o nelle ipotesi migliori ad un rock morente e ormai sorpassato dalle nuove istanze.

Leggevo di concerti mitici in locali alla periferia di città come New York, Boston e Philadelphia. Ricordo che divorai un numero di quella rivista, incuriosito dai testi riprodotti e tradotti in italiano… testi che mi riportavano alla mente certa America periferica, amata attraverso i film di Scorsese e Bodganovic o Monte Hellman, spesso trasmessi a ora proibitiva in TV. Un giovane e piccolo grande uomo con un’energia mai vista… un concentrato di rock imbevuto da secchiate di R’n’B della Atlantic e della Stax, Garage Rock e il miglior rock americano, che oggi diremmo Classic, ma riletto attraverso un’urgenza ai confini con le periferie del punk!

Ma dicevo, venendo a parlare di musica e good vibration, il primo assaggio avvenne attraverso una radio locale che trasmise a tarda sera Thunder Road, Backstreets, Jungleland e Rosalita. Mi incuriosirono parecchio ma ad essere sincero non mi colpirono all’istante, però più passavano i giorni e più quei quattro brani catturati dalla radio su una cassettina, mi chiamavano come sirene incantatrici. Ogni volta scoprivo un piccolo dettaglio che prima mi era sfuggito. Ogni volta cominciavo a capire ed amare quei quattro brani nella loro interezza. Thunder Road fu quello che mi colpì di più insieme a Jungleland, Backstreets ci mise un poco di più e Rosalita poi, necessitò di più ascolti per essere amata del tutto.

Non era facile, per uno che come me aveva ascoltato soprattutto i songwriters della West Coast, ma da ragazzo e sfigato studente si assorbe come spugne e si è curiosi di tutto, specie se si ama il rock e tutto quello a cui questo può essere connesso. Mi ripromettevo che avrei dovuto comprare qualcosa… e il mio primo incontro fu quel triplo, non trovando in quel momento altri titoli legati al piccolo grande uomo del Jersey.

A casa, l’ascolto dei tre dischi, fu un ripercorrere tutto ciò che avevo amato, ma quando toccò a lui e a quella band di simpatiche “canaglie” ecco il botto!!! “Stay” in compagnia di Brother Jackson preparò il terreno ad un devastante “Detroit Medley”. Non avevo mai ascoltato nulla di simile, soprattutto come quel medley che chiudeva quella facciata. Ora capivo il senso di quelle cronache di cui avevo letto. Eccitate ed eccitanti. La sensazione che quel performer era diverso da tutto ciò che avevo sentito o conosciuto prima. Subito dopo vennero Greetings in cassetta e Darkness on the Edge of Town in vinile, ma questo fu il primo incontro, due covers e quattro brani tratti da uno storico album.

Grazie Bruce… grazie di cuore!!!

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