Show Me a Hero

David Simon è uno scrittore ma soprattutto autore e produttore di serie televisive come Treme, Homicide, The Corner, Generation Kill  e la più nota The Wire. Show Me a Hero è la sua nuova creatura, non più fiction ma vita vera basata sul saggio omonimo del 1999 dell’ex giornalista del New York Times Lisa Belkin.

Ambientata sul finire degli anni ’80 quando un mandato federale impone l’abolizione della segregazione razziale attraverso la costruzione di case popolari nella zona ricca e a maggioranza bianca della città di Yonkers. La decisione scatena inevitabili proteste tra la popolazione, ad approfittarne è il giovane ventottenne Nick Wasicsko che, grazie alla sua posizione contraria a questa sentenza, diviene sindaco di Yonkers superando il veterano Angelo Martinelli.

Spesso nelle serie televisive di David Simon la musica, anche se in sottofondo, ha un ruolo fondamentale e descrittivo rispetto a quanto si vede sullo schermo. Questa serie, composta da sei episodi di un’ora l’uno, nello specifico ha una colonna sonora molto springsteeniana.

Si inizia subito nei primi minuti con Gave It a Name brano tratto dal cofanetto Tracks e registrato durante le sessions per Human Touch nei primi anni ’90 ma mai pubblicato in precedenza. Il tema è quello del male intrinseco nella natura umana da Caino e Abele fino alla violenza domestica moderna.

Sulle note di Gave It a Name vediamo una serie di immagini sovrapposte di edilizia residenziale pubblica, grattacieli, bambini che giocano a basket, prati di periferia, un fiume che scorre, case a schiera dove sventolando bandiere al vento. Le immagini e la musica trasmettono il giusto sentimento per introdurre la serie.

Ci sono altre nove canzoni di Springsteen utilizzate nei primi quattro episodi della serie e altri ce ne saranno nelle ultime due. Paul Haggis, il regista della serie, in un intervista rilasciata a Indiewire dichiara che gli sceneggiatori erano alla ricerca di un’identità musicale precisa per il protagonista, il sindaco Nick Wasicsko interpretato da Oscar Isaac. Haggis lo definisce “un tipo alla Springsteen”. Ha 28 anni è un ex poliziotto che vive in una città operaia e sarebbe abbastanza facile fare il collegamento “anni ottanta, ragazzo della classe operaia… SPRINGSTEEN”, ma non è solo questo, la musica va oltre.

La musica di Springsteen non serve solo a fornirci l’identità musicale di Wasicsko, ma anche quella emotiva. Quando si sente Hungry Heart in una tavola calda, Wasicsko sta discutendo la sua ambizione professionale. Quando Wasicsko e con la sua ragazza, All That Heaven Will Allow colora la nascente storia d’amore. Ramrod e Cadillac Ranch forniscono il giusto slancio per l’esplosione (e implosione) della sua carriera. Brilliant Disguise allude a qualcosa di oscuro che emerge nella sua vita personale.

La musica di Springsteen può uscire dalla radio o essere in sottofondo ma non è mai invadente, si sente sempre nel giusto momento del racconto, anche se nel caso di Gave It a Name forse non è esattamente preciso cronologicamente.

Secondo Haggis l’idea di includere queste canzoni è stata una decisione in fase di post-produzione, ma è difficile immaginare gli episodi senza di loro. Queste canzoni funzionano come una sorta di stenografia emotiva, parlano quando le persone sono troppo occupate per parlare davvero.

Episodio 1: Gave It A Name – Hungry Heart – Ramrod
Episodio 2: All That Heaven Will Allow
Episodio 3:  Brilliant Disguise
Episodio 4: Cadillac Ranch – Valentine’s Day- Tenth Avenue Freeze Out – Secret Garden
Episodio 5: Racing in the Street
Episodio 6: My Beautiful Reward

 


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