Barcelona 28-30 aprile 2023

di Riccardo Rurali

Come molti di voi faranno a breve (e alcuni hanno fatto con me lo scorso fine settimana), dopo sette anni a bocca asciutta sono tornato a vedere Bruce e la E-Street Band nella doppietta di concerti con cui ha aperto il tour europeo nella (ormai) mia città adottiva.

I due concerti sono stati all’altezza di quello a cui siamo abituati, cioè straordinari. Nel caso di venerdì sera, l’emozione prima dell’inizio era palpabile e l’inizio pulsante di No Surrender ha scatenato il delirio. La scaletta la sapete, molto simile a quelle dei concerti americani, con poche e non sostanziali modifiche.

Per quel che mi riguarda la prima metà del concerto è stata favolosa. Una miscela di vecchio e nuovo con il quartetto di apertura che funziona alla grande e i tre classici 78/80 sempre belli. Probabilmente ho ascoltato The Promised Land e Out in the Street in ogni concerto che ho visto di Bruce ma devo dire che non mi stancano mai.

Poi arriva Kitty’s Back che, chevvelodicoaffà, è un’autentica bomba e Nighshift fa il suo, dai. Un pizzico di delusione per le due canzoni successive, nel blocco dove c’è un minimo di rotazione dei brani: Human Touch è stata una bella sorpresa, preannunciata dal soundcheck pomeridiano, stata suonata molto bene, ma qualche fortunello in quello slot si è sentito If I were the priest

Per Mary’s Place non so se sia corretto parlare di rotazione, perché l’impressione è che sia arrivata per restare. L’altra bomba è E-Street Shuffle. Un po’ meno rock dell’unica altra volta in cui l’ho sentita, peraltro nello stesso stadio, ma tutta questa gente sul palco la deve pur far suonare ed è sempre bella!

Un altro po’ di rammarico (ma dopo sette anni gli si perdona quasi tutto) per Pay Me My Money Down. A me piace tutta l’esperienza Seeger Sessions, disco e tour, ma uno di quei pezzi piazzato nel mezzo di concerti come questi o dei tour precedenti non mi ha mai convinto. C’è poi la sensazione, che almeno per platee più caciarone tipo quelle mediterranee, quando il dubbio è se buttarla in cagnara oppure no, vince sempre la cagnara.

La doppietta “sull’amicizia” (Last Man Standing e Backstreets) è poi seguita da quelle che per me (ma non per gli altri 50 mila spettatori, evidentemente) è la parte più debole del concerto che porta fino ai bis e questi, come si è detto molte volte, son sempre quelli.

Per me, l’inizio della seconda serata con My Love Will Not Let You Down è stata la vetta di questa due giorni. La canzone è fantastica, ancor più come pezzo d’apertura! Le altre novità sono state Trapped (della quale non sono un estimatore e a proposito della quale mi son sempre chiesto come mai venga sempre accolta da un boato quando inizia, ma che devo dire è stata eseguita molto bene ed è stata molto coinvolgente), Johnny 99 con il suo trenino e Ramrod.

Il fatto che la scaletta abbia così poche variazioni consente al concerto di filare via alla perfezione. La E Street Band e il relativo carrozzone al seguito suonano a memoria e tutto funziona davvero come una macchina perfettamente oliata. Bruce sembra divertirsi e le mie vertebre lombari lo hanno guardato con ammirazione e invidia per tutte le sei ore di musica.

Adesso viene la parte su “cosa non ha funzionato”, ma devo fare una premessa d’obbligo. Siccome la bellezza è nell’occhio di guarda, quello che non ha funzionato, non lo ha fatto per me e in me. Non voglio dire che ci sia qualcosa che non va in Bruce o nel concerto. O perlomeno, non necessariamente.

Ecco, per me il problema principale (e, lo ripeto, molto personale) è proprio che tutto funziona come una macchina perfettamente oliata, a scapito di una certa spontaneità. Non sono (credo) uno sprovveduto. So che Bruce è un intrattenitore e che molte delle cose che vediamo sul palco sono studiate a tavolino, pianificate e magari anche provate prima. Tuttavia, finora Bruce è stato abbastanza bravo da ingannarmi. Stavolta ci è riuscito di meno e ovviamente un ruolo importante ce l’ha il fatto che suona praticamente tutte le sere le stesse 26-28 canzoni.

L’esempio più calzante è il discorso sottotitolato prima di Last Man Standing. Lo so che questi discorsi se li scrive prima o li prova davanti a uno specchio come faccio io quando devo parlare in pubblico (vabbè, magari qui ho esagerato, ma ci siamo capiti), ma se lo fai sottotitolare è ovvio che te lo sei imparato a memoria e lo ripeti uguale tutte le sere. Lo so che vi sembrerà una scemata, ma sta parlando di un amico che è morto e… boh, a me il discorso mandato e memoria fa uno strano effetto. Similarmente l’aveva già fatto a Broadway per non so quanti mesi ma quello era uno spettacolo teatrale.

Il problema, direte voi e con certa ragione, è che se io non avessi deciso di vedere due concerti tre quarti di questi difetti non li avrei percepiti. E non mi ha ordinato il dottore di vedere qualche altro concerto nei tour precedenti. A scanso di equivoci non sono uno da dieci concerti a tour, ne ho sempre visti uno o due, tranne forse gli ultimi due tour in cui potrei essere arrivato a tre così a memoria. Ma li ho visti e mica me li posso dimenticare.

Ad esempio in occasione dei famigerati bis, di cui si dice costantemente che sono sempre uguali, ed anche per le 5-6 canzoni che li precedono, c’è la sensazione che si vada molto col pilota automatico. Ovviamente se è il primo concerto di Bruce che vedete godrete come dei ricci. Senza se e senza ma. Io invece in questa seconda parte, ho goduto sì del concerto, ma in modo per così dire più cerebrale che emotivo: guardando lo spettacolo, divertendomi con l’entusiasmo della folla, con i cori… ma un po’ come un’esperienza extra-corporea, senza che mi battesse il cuore come ascoltando le canzoni della prima parte. Anche Thunder Road, che è la canzone della mia vita, mi ha lasciato un po’ così… con la raccolta dei regalini dalle primi file e gli orripilanti fiati in chiusura. Ma vabbè.

Come spesso accade però concludiamo sappendo che ha sempre ragione lui: se i cinquantamila e passa spettatori saltano come se fossero indemoniati durante Wrecking Ball e The Rising, tocca anche a noi arrenderci.

Insomma, ragazzi e ragazze (più probabilmente uomini e donne di mezza età): Bruce è tornato. E meno male!

Live, World Tour 2023

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